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Presentazione della Comunità "Vivere"

Come è stato evidenziato già in altre sezioni del sito, rappresento la Direzione Scientifica della Comunità “Vivere” di Piazza Armerina, per cui nei casi più complessi di pazienti addicted si può sfruttare la potenza ed efficacia del trattamento residenziale, convenzionato con l’ASP provinciale di Enna.


 

La dipendenza patologica da sostanze e da comportamenti è una grave problematica sempre più attuale, che coinvolge giovani e adulti, i cui effetti si ripercuotono sulla vita del soggetto, sulla famiglia e sulla comunità in generale.

Al di là della gravità dei disturbi esibiti, riteniamo sia possibile e necessario un lavoro psicoterapico sull’addiction, in quanto facilita il miglioramento o risoluzione di una serie di vincoli che hanno predisposto alla dipendenza, quindi quei necessari cambiamenti stabili, che allontanino il rischio frequente di ricaduta.

Sappiamo bene che intervenire sulle dipendenze è un altro modo di fare psicoterapia, rispetto all'intervento su altre patologie, poiché:

- la richiesta è spesso ambivalente e parte dai familiari e non dal paziente;
- l’aderenza ad un possibile piano terapeutico è molto limitata specie in fase iniziale, con probabili manifestazioni di falso affidamento;
- il paziente subisce una forma di legame amore-odio verso l’oggetto addictive, fobico, ma ancorato ad un ‘sogno infranto’, cioè verso l’unica forma di piacere goduto e di mezzo per allontanare la sofferenza;
- mantiene una certa diffidenza nei confronti di chi vuole aiutarlo ed esibisce tipiche attitudini manipolatorie;
- evidenzia tratti o sintomi o strutture psicopatologiche associate alla dipendenza;
- spesso abusa psicofarmaci e/o farmaci sostitutivi;
- la maggior parte dei pazienti esibiscono: alto livello di tensione, basse capacità di fronteggiamento dei problemi e di elaborazione di soluzioni, basso senso di auto-efficacia, tendenza ad attribuire agli altri le responsabilità del loro malessere, difficoltà nel gestire i conflitti con gli altri, passando da una comunicazione che oscilla tra due estremi, dal passivo all’aggressivo.

Siamo consapevoli di avere a che fare con un paziente definito ‘difficile’.
Per tale ragioni abbiamo elaborato e rielaborato il Protocollo “Vivere”, ancora in fase di sperimentazione, il quale permette di affrontare i livelli più deficitari esibiti dai nostri giovani in trattamento: cognitivo, emotivo, comportamentale, esplorativo, strategico, motivazionale ed edonico.
Per potenziare al massimo l’efficacia e l’efficienza dei risultati, abbiamo ri-trascritto e reso operativo il Protocollo Vivere in micro-protocolli specifici, affidati a ciascun operatore, allo scopo di affrontare quanto meglio possibile i tipici vincoli subiti ai vari livelli sopra descritti, specie sul versante dei disturbi alessitimici, per disfunzioni nella gestione delle emozioni negative, e di quelli anedonici, per deficit più o meno gravi nel provare piacere attraverso stimoli notoriamente piacevoli, mediante un piano operativo originale di training edonico.
Siamo convinti che sia l’alessitimia che l’anedonia siano importanti fattori di rischio che predispongono all’abuso e alle ricadute, quindi disfunzioni migliorabili se non recuperabili, attraverso questi specifici training riabilitativi.

Visita il sito Web: comunitavivere.it